Passa ai contenuti principali
Thank you Ireland

Contro il Trattato di Lisbona.
Contro l'Europa dei burocrati, dei massoni, dei banchieri.

Da un articolo di Ida Magli apparso su Il Giornale il 7 giugno:

«In questi giorni, con la ratifica da parte del Parlamento italiano del cosiddetto Trattato di Lisbona, si porrà fine definitivamente all’esistenza delle nazione Italia. E mano a mano si porrà fine all’esistenza di quasi tutte le altre nazioni in Europa. Non bisogna sorprendersi del silenzio che accompagna l’atto più importante che sia mai stato compiuto dal 1870 con il regno d’Italia. E’ un silenzio che non è dovuto soltanto al volere dei governanti, ben sicuri fin dall’inizio dell’operazione ‘Unione europea’ che bisognava tenerne all’oscuro il più possibile i cittadini, ma anche alla obiettiva difficoltà per i giornalisti di fornire informazioni e tanto meno spiegazioni di un progetto che esula da qualsiasi concetto di ‘politica’. Il Trattato di Lisbona è infatti una ‘visione del mondo’ universale, una teologia dogmatica con le sue applicazioni pratiche, la forma più assoluta di totalitarismo che sia mai stata messa in atto. Come potrebbero i giornalisti istruire con poche parole milioni di persone sulla metafisica di Kant? Eppure c’è quasi tutto Kant, inclusa la sua proposta per la Pace Perpetua, nel progetto dell’Unione europea. Ma c’è anche molto Rousseau, molto Voltaire, molto Marx, con in più quello che Tremonti definisce ‘mercatismo’: l’assolutizzazione del mercato. La falsificazione dei significati linguistici accompagna fin dall’inizio l’operazione europea: quello che viene firmato non è affatto un Trattato e non è neanche una ‘Costituzione’, come era stato chiamato prima che i referendum popolari lo bocciassero. E’ la proclamazione di una religione universale, accompagnata in tutti i dettagli dagli strumenti coercitivi verso i popoli e verso le singole persone per realizzarla. E’ il passo fondamentale, dopo averlo costituito in Europa, per giungere alla meta prefissata: il governo mondiale. Posso indicare in questo breve spazio soltanto alcuni degli strumenti preordinati:

A) Il sincretismo fra le varie religioni e fra i vari costumi culturali. Un sincretismo che verrà raggiunto con lo spostamento di milioni di persone e smussando tutte le differenze attraverso il ‘dialogo’. Discendono da questa precisa volontà dei governanti le ondate immigratorie che stanno soffocando l’Europa d’occidente. Si tratta di decisioni di forza, prese a tavolino: se nasceranno reazioni o conflitti, come di fatto sono già nati, provvederanno le schedature biometriche, la polizia e il tribunale europeo a eliminarli.

B) Il governo concentrato in poche persone, quasi sconosciute ai cittadini, mentre diventano sempre più pleonastici i parlamenti nazionali. Il parlamento europeo, infatti, tanto perché nessuno possa obiettare in seguito che non aveva capito, è stato istituito fin dall’inizio privo di potere legislativo. Pura finzione al fine di gettare polvere negli occhi ai cittadini e tenere buoni con ricche poltrone i residui pretendenti al potere nell’impero fittizio.

C) Nella sua qualità di fase di passaggio verso il governo mondiale, l’Europa deve essere debolissima, come infatti sta diventando. Per ora qualcuno lo nota a proposito dell’economia e della ricerca (ricerca significa intelligenza), ma presto sarà chiaro a tutti l’impoverimento intellettuale e affettivo di popoli costretti a perdere la propria identità, la propria ‘forma’ in ogni settore della vita. In Italia la perdita è più grave per il semplice motivo che gli italiani sono i più ricchi di creatività. Di fronte al vuoto di qualsiasi ideale e di qualsiasi futuro, i giovani si battono per quelli vecchi inesistenti, oppure ‘si annoiano’. Vi si aggiungono con uguale impoverimento i milioni di immigrati, anch’essi sradicati dalla loro identità e gettati nel crogiolo della non-forma.
Si tratta di conseguenze ovvie, perseguite con ostinazione durante il passare degli anni sia dai fanatici credenti nella religione universale che da coloro che se ne servono per assolutizzare il proprio potere. Ci troviamo di fronte a quello che i poeti tedeschi individuavano chiaramente durante il nazismo come ‘il generale naufragio dello spirito’. Seppellire le nazioni per paura del nazionalismo significa provocare di nuovo il generale naufragio dello spirito
».

Aggiungerei che il Trattato di Lisbona, anche se nessuno ne ha parlato nei tg, reintroduce la pena di morte. Per chi non ci credesse, si legga :

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=4708
http://www.effedieffe.com/content/view/2870/165/



Rivolta al Parlamento Europeo: ciò che non abbiamo mai visto




*Nella foto, "The book of Kells", manoscritto miniato del nono secolo, tesoro nazionale irlandese.

Post popolari in questo blog

Ulisse piange “Perchè piangi?” “Non sto piangendo, sto ricordando” Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia Dalla lettura dell’Odissea, mi è rimasta solo una immagine. Non tanto gli amori, le lotte degli eroi che sfidano il mare, guerreggiano, invocano gli dei, affontano mostri ciclopici e maghe vendicative, invocano gli dei e si salvano, s’innamorano di ninfe e si perdono, cedono al fato e muoiono. Telemaco in cerca di notizie del padre, giunge a Lacedemone alla corte di Menelao. Il re tornato vincitore con Elena di Troia, si trova nel bel mezzo di un banchetto per le nozze del figlio e della figlia.E’ una scena di festa, nella sala più grande e con l’alto soffitto dorato, gli aedi suonano la cetra, gli acrobati volteggiano nella danza. Alla richiesta d’ospitalità di Telemaco, accompagnato da Pisistrato figlio di Nestore, Menelao li invita al banchetto senza chiedere loro i nomi: mangiano bue arrosto e bevono vino. In una pausa del pasto, non appena Telem
L'Italia della miseria e del dovere cristiano “In questi paesi più nessuno credeva in Dio, non se ne curava affatto, non si ricordava di aver creduto; ciò era accaduto senza difficoltà, senza conflitti, senza violenza e pretesa di alcun genere, senza nemmeno una vera discussione, con la stessa facilità con cui un oggetto pesante, un tempo trattenuto da un impedimento esterno, torna alla sua posizione di equilibrio non appena lo si molla. Le credenze spirituali umane, mi dissi, erano forse lungi dall’essere quel blocco massiccio, solido, irrefutabile, che ci si raffigura di solito: forse esse erano invece nell’uomo ciò che c’era di più fugace, di più fragile, di più pronto a nascere e a morire. Michel Houllebecq – "Le possibilità di un’isola" Italia, chi siamo? Dov’era la tua povertà? Cos’era la nostra povertà? E i sogni dei nostri padri? (Pier Paolo Pasolini corre tra dune e immondizia a Sabaudia). E tutte le nostre miopie, le nostre meschinità? Dov’erano? L
La logica dell'orrore Cominciamo a dare a dare i nomi alle cose: Israele sta mettendo in atto una "pulizia etnica" a Gaza. Se non esistesse la logica di due pesi e due misure, e giusto per fare un paragone, a questo punto i paesi della NATO dovrebbero iniziare a bombardare Tel Aviv come fecero con la Belgrado di Milosevic nel 1999. I motivi che il popolo eletto adduce per poter massacrare i palestinesi sono scuse, e restano tali anche se vengono strombazzate e ripetute ossessivamente da tutti i media occidentali. Sempre restando nell’ambito dell’assurdo, provo a fare un esempio: L’organizazzione terroristica ETA lotta per l’indipendenza dei Paesi Baschi dalla Spagna e, utillizzando il metodo armato dell’attentato (con artefatti esplosivi o con omicidi mirati), fino ad oggi ha rivendicato più di 800 morti ammazzati. Se il governo spagnolo utilizzasse la stessa logica del popolo eletto (quella del principio della “punizione collettiva”), avrebbe dovuto far alzare nel ciel