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A quel tempo viaggiavo in ambulanza,
e gli spostamenti mattutini erano
scoperte di una Barcellona
mai vista, priva d’impegni e
di corse nell’ora di punta.

Era la scoperta di andare in gita
Senza il pericolo che il bullo
Della classe ti gettasse il libro
Fuori dal finestrino.

E incrociavo vecchie donne
Con l’anca rotta
Obese e lamentose
Con appresso il marito che
passeggiava nei corridoi dell’ospedale
con passo esperto, di chi ha rinunciato
alla partita al bar per seguire
la moglie tiranna:
m’indicava quando la macchina
del caffé non dava resto.
Sembrava un cane triste
Ma fedele e paziente,
In cuor suo sapeva
che per la moglie
la riabilitazione era una scusa
le sue gambe era apposto
(da un anno ormai era in terapia)
Per parlare con l’infermiera di sempre
Scambiare opinioni, sentirsi importante.

Ed io alzavo un chilo
Con Propellerheads nelle orecchie,
E quando avevo bisogno di cedere
Cambiavo a Gotham Project,
Tango divino fra i neon
in sala riabilitazione.

E tornando a casa, la sorpresa:
l’esperto guidatore d’ambulanza
Era abbonato al Liceu,
Non perdeva un concerto lirico
Forse mi ammirava
Solo per il fatto che fossi italiano
Parlava di Milano con gli occhi lucidi,
Della Scala, dell’ultimo tenore
Fischiato alla prima.

Ed un giorno quasi a casa
Mi disse di Jacques Loussier
Delle interpretazioni di Bach
In chiave jazz.

Non lo dimenticai:
Non avevo mai sognato
Di parlare di Bach
con un conduttore d’ambulanze.


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