I complottisti e le cicatrici del cielo Voglio chiarire fin dall’inizio la mia posizione: sono un complottista. Inequivocabilmente. C’è chi trascorre la propria vita prendendosi il lusso di non scegliere, di custodire le abitudini come sommo bene, di non pretendere niente di più che qualche fine settimana in coda, di nutrirsi di omogeneizzati al cianuro, di adorare feticci dietro le vetrine dei grandi magazzini cattedrali, di vantarsi di non aver mai cambiato idea dall’età di dieci anni, di credere nei miti del progresso apriorisiticamente. Coloro che hanno deciso di fidarsi. Io ho deciso di dubitare. Perchè? Forse perchè ho un’innata idiosincrasia per “la maggioranza” e soprattutto per “la maggioranza che si sta trasformando in totalità” ( o globalità se vogliamo). Parafrasando Nanni Moretti “ma non perchè non creda nelle persone. Io credo nelle persone. Non credo nella maggioranza delle persone”. Se si vuole passare veramente dall’altra parte dello specchio bisogna